chièsa di Nòstra Signóra del Cadóre
(a pellicola)
Corte di Cadore

Tra un albero e una casa, scegliete l'albero | Carlo Scarpa

























































La Chiesa di Nostra Signora del Cadore è la chiesa del Villaggio ENI voluto dall'allora presidente dell’Ente Nazionale Idrocarburi, Enrico Mattei il quale decise di far costruire a Corte di Cadore (BL) un villaggio-vacanze destinato ai suoi dipendenti.
Edificata in una posizione dominante sulla Valle del Boite, alle pendici del Monte Antelao e di fronte al Monte Pelmo, la chiesa è in perfetta armonia con il contesto paesaggistico circostante.
La sua costruzione ebbe inizio nel 1958 dal progetto dell’architetto Edoardo Gellner, al quale si aggiunse la collaborazione dell’architetto Carlo Scarpa e, per la parte strutturale, dell’ingegnere Silvano Zorzi e del professor Carlo Cestelli Guidi.
Inaugurata nel 1961, sin dall’inizio venne pensata come l'elemento centrale attorno al quale si sarebbe radunata tutta la popolazione del villaggio.
La forma esterna della chiesa è quella di una doppia capanna alla quale si aggiunge la guglia della Torre campanaria, alta 68 metri, visibile da tutto il villaggio. I materiali di costruzione impiegati, tipici sia dell'architettura tradizionale di montagna (legno e pietra dolomia), sia di quella industriale (ferro, cemento, calcestruzzo e acciaio), si fondono armonicamente nella costruzione dialogando con il contesto naturale circostante.
L'interno è composto di tre navate e può ospitare fino a 350 persone. Di rilevanza, oltre all’altare versus populum (in anticipo rispetto alle innovazioni apportate dal Concilio Vaticano II) sono i lampadari in vetro di Murano, di colore arancione e verde (un evidente richiamo ai colori della natura circostante, in cui l’arancione richiama la pietra dolomia, mentre il verde ricorda la vegetazione) e i banchi, realizzati con un incastro di legni, oltre ai tiranti, leggermente asimmetrici, che collegano le due falde del tetto.
La soluzione di orientare l’altare verso il popolo non fu accolta dalla curia locale, che la criticò tuttavia, la chiesa fu ugualmente benedetta nel 1961, e solo qualche anno più tardi la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II avrebbe introdotto la prassi dell'altare rivolto al popolo (coram populo).
Attualmente, la chiesa è di proprietà della Società Minoter SPA.
The Chiesa di Nostra Signora del Cadore is the church of the ENI Village commissioned by the then president of the National Hydrocarbons Authority, Enrico Mattei, who decided to build a holiday village for his employees in Corte di Cadore (BL).
Built in a dominant position over the Boite Valley, on the slopes of Mount Antelao and facing Mount Pelmo, the church is in perfect harmony with the surrounding landscape.
Its construction began in 1958 from the project of the architect Edoardo Gellner, to which was added the collaboration of the architect Carlo Scarpa and, for the structural part, of the engineer Silvano Zorzi and professor Carlo Cestelli Guidi.
Inaugurated in 1961, from the beginning it was conceived as the central element around which the entire population of the village would gather.
The external shape of the church is that of a double hut to which is added the spire of the bell Tower, 68 meters high, visible from the entire village. The construction materials used, typical of both traditional mountain architecture (wood and dolomite stone) and industrial architecture (iron, cement, concrete and steel), blend harmoniously into the construction, dialoguing with the surrounding natural context.
The interior is composed of three naves and can accommodate up to 350 people. Of importance, in addition to the altar versus populum (ahead of the innovations introduced by the Second Vatican Council), are the Murano glass chandeliers, orange and green (an obvious reference to the colors of the surrounding nature, in which the orange recalls the dolomite stone, while the green recalls the vegetation) and the benches, made with an interlocking of woods, in addition to the slightly asymmetrical tie rods that connect the two sides of the roof.
The solution of orienting the altar facing the people was not accepted by the local curia, which criticized it, however, the church was blessed anyway in 1961, and only a few years later the liturgical reform following the Second Vatican Council would introduce the practice of the altar facing the people (coram populo).
Currently, the church is owned by the Minoter SPA Company.